Intervenendo sulla vicenda del tunisino clandestino 33enne, che ha violentato una ragazza di 15 anni in un parco di Bologna, il presidente dell'associazione nazionale magistrati (A.n.m.) dell’ Emilia-Romagna, Rossella Poggioli, avrebbe dichiarato che “La scarcerazione, disposta dopo l'espiazione in via cautelare di due terzi della pena, non può essere messa in alcun modo in correlazione con il grave, diverso e imprevedibile episodio delittuoso di violenza sessuale, accaduto un mese dopo”.
Secondo il magistrato sarebbe invece necessario prendere atto che “l'attuale assetto normativo non assicura l'effettivo allontanamento dal territorio dello Stato degli stranieri clandestini, in particolare di quelli che vengono denunciati o addirittura condannati per reati, adempimento la cui materiale esecuzione esula dalle competenze della magistratura”. L'A.n.m. chiarisce che il magrebino è stato scarcerato dal Tribunale della Libertà di Bologna sulla base della considerazione che “l'ulteriore protrarsi della custodia, a fronte della sanzione comminata di otto mesi di reclusione, avrebbe di fatto comportato l'espiazione dell'intera pena in fase cautelare in violazione del canone di proporzione indicato dal codice di procedura penale e di generale applicazione”.
Secondo il magistrato sarebbe invece necessario prendere atto che “l'attuale assetto normativo non assicura l'effettivo allontanamento dal territorio dello Stato degli stranieri clandestini, in particolare di quelli che vengono denunciati o addirittura condannati per reati, adempimento la cui materiale esecuzione esula dalle competenze della magistratura”. L'A.n.m. chiarisce che il magrebino è stato scarcerato dal Tribunale della Libertà di Bologna sulla base della considerazione che “l'ulteriore protrarsi della custodia, a fronte della sanzione comminata di otto mesi di reclusione, avrebbe di fatto comportato l'espiazione dell'intera pena in fase cautelare in violazione del canone di proporzione indicato dal codice di procedura penale e di generale applicazione”.
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