martedì 15 gennaio 2019

Condominio: nulle le delibere di ripartizione spese adottate in violazione del regolamento


La Corte di Cassazione con la sentenza n. 470 del 10 gennaio 2019 ha ribadito un principio, già noto in materia di condominio, ma del tutto trascurato, nel giudizio in questione, sia dal Giudice di prime cure, un Giudice Onorario di Tribunale di Lecce, ex Sezione distaccata d Maglie, che dalla Corte di appello di Lecce, prima sezione, la quale, nella circostanza, oltre a non rilevare d'ufficio la nullità della delibera assembleare ha pure travisato, come il primo Giudice, il principio espresso dalle Sezioni Unite 18477/10 applicandolo erroneamente al caso di specie.

Infatti tale decisione non si riferisce affatto ai regolamenti condominiali di natura contrattuale come il caso deciso dalla Suprema Corte.

La Corte di Cassazione, Sezione II Civile, con l’Ordinanza del 10 gennaio 2019, n. 470, ha accolto il ricorso del cittadino, difeso dall'avv. Milco Emanuele PANAREO, del foro di Lecce, ed ha cassato  la sentenza con rinvio alla Corte d’appello di Lecce, in diversa composizione, affinchè sia applicato il principio di diritto stabilito secondo il quale "sono da considerare nulle per impossibilità dell'oggetto, e non meramente annullabili, e perciò impugnabili indipendentemente dall'osservanza del termine perentorio di trenta giorni ex art. 1137, comma 2, c.c., tutte le deliberazioni dell'assemblea adottate in violazione dei criteri normativi o regolamentari di ripartizione delle spese, e quindi in eccesso rispetto alle attribuzioni dell'organo collegiale, seppur limitate alla suddivisione di un determinato affare o di una specifica gestione, non potendo la maggioranza dei partecipanti incidere sulla misura degli obblighi dei singoli condomini fissata per legge o per contratto, ed occorrendo, piuttosto, a tal fine, un accordo unanime, espressione dell'autonomia negoziale".

martedì 29 dicembre 2015

lunedì 21 dicembre 2015

Auguri di felici e serene feste dal blogger.


Auguri
di felici
e serene feste
di Natale
ai vecchi amici blogger
e ai lettori del blog. 

mercoledì 3 giugno 2015

Rubavano ai falliti: tutti dento a Latina ! Giudice, cancelliere e i suoi “fedeli” finanzieri

 La Giustizia un Italia è morta da tempo l'articolo che segue di Mala Giustizia in Italia è solo una ulteriore conferma.
Mazzette, gioielli preziosi, viaggi e orologi di pregio: un consolidato sistema corruttivo. Gli affari del giudice, le mazzette grazie ai fallimenti pilotati in Tribunale, andavano meglio delle migliori aspettative. Tant'é che il magistrato, arrestato insieme ad un cancelliere, un sottufficiale della Guardia di Finanza, due commercialisti e un imprenditore, in pubblico sempre misurato e riservato, in privato si lasciava andare a un linguaggio meno compito: «Porca t...! Qua abbiamo mosso un milione di euro tra un c.... ed un altro».
Gli incassi della banda messa in piedi con curatori, periti e consulenti erano talmente oltre le previsioni da diventare un problema: «Dove c... li metto sti soldi ? Prima mi ero già comprato una casa, due, non lo posso fare, a chi cazzo le intesto, in qualche maniera ‘sti soldi li devo riciclà come cazzo faccio sennò ? Alla fine il magistrato si lancia sugli orologi: «Me lo merito un Rolex? Io ho scelto un Daytona», si sfoga con un complice. Acquisti che per gli investigatori servivano a ripulire i soldi che il giudice avrebbe ricevuto illecitamente da alcuni commercialisti, nominati consulenti nei fallimenti milionari.
Gioielli preziosi. “Volevo fare una sorta di tetris con gli smeraldi, gli orecchini e un anello se ci hai o con rubini, preferisco lo smeraldo, mi piacerebbe l’idea di un anello, diamanti, smeraldo, tutti smeraldi, un bel bracciale”, spiegava il magistrato – intercettato – al gioielliere, mentre sceglieva il miglior regalo per la moglie (anche lei arrestata). Per l’accusa i consulenti nominati dal giudice corrispondevano una  percentuale  dei compensi liquidati loro dal giudice stesso. Da anni in servizio al Tribunale, avrebbe creato una fitta rete di complicità in grado di avere informazioni confidenziali anche sulle eventuali indagini in corso.
Liquidazioni accelerate e aste pilotate in cambio di parcelle da centinaia di migliaia di euro. Il 15% spettava al giudice. Le indagini proseguono coinvolgendo altri giudici. All’orizzonte l’associazione a delinquere. «I miei amici, rivendicava il magistrato, mangiano anche loro alla tavola... Sono il leader, spalle larghe e palle sotto, devono fare come dico io».

venerdì 31 ottobre 2014

Riattivazione degli autovelox a postazione "fissa" sulla S.P. n. 366 Otranto - San Cataldo. Eliminato anche il vincolo paesaggistico?



Sorprende e non poco la decisione della "Provincia di Lecce" e probabilmente anche della locale amministrazione di riattivare gli autovelox a postazione "fissa" in zona Alimini. 
Autovelox a postazione "fissa" prevista dal legislatore per altre tipologie di strade e che ricordiamo erano stati spenti, dopo migliaia e migliaia di multe e di ricorsi e, secondo alcuni, per la mancanza dell'autorizzazione amministrativa da parte del Comune di Otranto in quanto nella zona vige il vincolo paesaggistico.
Secondo il mio modesto parere l'illegittimità di tali autovelox a postazione "fissa" permane sotto vari ed altri aspetti.
Parliamoci chiaro il motivo della riattivazione di questi autovelox è solo quello di fare cassa in maniera molto facile, gratuita per alcuni, onerosa per altri, anche perché su tale tipologia di strada il tasso di incidentalità è pari a 0, pertanto, non vi è alcun'altra giustificazione al loro utilizzo.
Ma una domanda a chi di dovere la devo comunque porre:
se prima su tale zona, per gli autovelox a postazione "fissa", vi era un "vincolo paesaggistico" cosa ha contribuito a far cambiare idea e concedere quindi quell'autorizzazione amministrativa prima assente? Ma soprattutto cosa è cambiato dal giorno dello spegnimento di questi strumenti? E' stato eliminato forse il vincolo paesaggistico?