Scandaloso Scandaloso e Scandaloso!!!
Si continua ancora a commercialiazzare autovelox di tutti i tipi e basta!!
Questi imprenditori e amministratori si stanno arricchendo alle nostre spalle !!!!!!!!!!!
venerdì 18 marzo 2011
(red.) Una ditta bresciana è coinvolta in una maxi inchiesta sugli apparecchi autovelox manomessi e illegalmente installati sulle strade dei comuni italiani.
La Guardia di Finanza di Brescia ha dato notizia dei dati relativi all' operazione "512" su un giro di autovelox taroccati e utilizzati in molte regioni italiane.
Le indagini, condotte dalla tenenza di Desenzano del Garda sono state svolte parallelamente a un'altra inchiesta, della Guardia di Finanza di Sala Consilina (Salerno), anch'essa riguardante un uomo di 60 anni, originario del mantovano, ma residente a Desenzano del Garda.
Entrambe le indagini hanno consentito di appurare, secondo quanto emerso, che Diego Barosi, attraverso una cinquantina di autovelox, dei quali solo due omologati, sarebbe riuscito ad ottenere appalti con le amministrazioni comunali, attraverso finte gare a cui partecipavano solo ditte a lui riconducibili.
In altri casi l'indagato bresciano offriva servizi aggiuntivi, quali il videoterminalista incaricato d'occuparsi dell'autovelox. Secondo le indagini, Barosi prendeva una percentuale sulle multe. In alcuni casi l' autovelox è risultato taroccato in modo da registrare una velocità superiore del 15% rispetto a quella reale.
L’inchiesta della Guardia di Finanza di Brescia ha riguardato la Garda Segnale di Desenzano, produttrice dei dispositivi di controllo stradale.
Secondo l’accusa gli apparecchi sono stati clonati, manomessi ed installati illegalmente su centinaia di strade italiane tra il 2007 e il 2009.
558 le persone denunciate, 146 le amministrazioni comunali coinvolte di cui due bresciane, quelle di Urago d’Oglio e di Toscolano Maderno, 367 funzionari pubblici controllati, per una frode fiscale che ammonterebbe a oltre venti milioni di euro.
L’inchiesta dei finanzieri è stata condotta in un arco di tempo di cinque anni.
Diego Barosi sarebbe riuscito a stabilire con i 146 comuni finiti nel mirino della Guardia di Finanza un accordo per la cessione a costo pari quasi zero degli apparecchi autovelox, alcuni dei quali irregolari, perché privi della matricola di omologazione.
Sessantasei le procure della Repubblica che hanno indagato sulla vicenda. A vario titolo sono contestati: associazione a delinquere, frode fiscale e falsa fatturazione, bancarotta fraudolenta.
L’uomo, grazie a verbali emessi da compiacenti funzionari amministrativi, guadagnava il 40% su ogni contravvenzione comminata.
Se si pensa che le multe irregolari rilevate in tutta Italia attraverso i dispositivi della Garda Segnale sono state 82mila per un valore di 11,5 milioni di euro, si comprende bene quale giro di affari si muovesse dietro al business degli autovelox taroccati.
Infatti, grazie alla maxi frode, Barosi avrebbe evaso, nel corso degli anni, in 27 società a lui riconducibili, quasi cinque milioni di euro, mentre sarebbero 18 i milioni di euro sottratti a tassazione. Nelle fasi dell'inchiesta, la vicenda venne portata alla ribalta nazionale da un servizio televisivo delle 'Iene'.
L’uomo è indagato in stato di libertà.
Fonte: qui.
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