Ora infatti si rischia anche una condanna per violenza privata se il loro contenuto costituisce una violenza morale. Con la sentenza n. 31758/09 la V sezione penale della Suprema Corte di Cassazione ha sottolineato che alcuni messaggini possono configurare qualcosa di più rispetto a una semplice molestia tanto da potersi parlare appunto di una vera e propria ''violenza morale'' che fa scattare la condanna a norma dell'art. 610 c.p..
Il caso affrontato dalla Corte riguarda un uomo di 55 anni condannato per violenza privata per avere inviato degli sms al marito della sua amante cercando di indurlo a tirarsi indietro dal tentativo di riconciliarsi con la moglie. L'uomo era stato anche condannato per minaccia perchè aveva cercato di indurre la sua amante a riprendere la relazione minacciando altrimenti di diffondere video in cui erano ripresi i loro rapporti sessuali. Nel ricorso in Cassazione l'uomo aveva sostenuto che i suoi messaggini non potevano essere motivo per una condanna per violenza privata ma la Corte gli ha respinto il ricorso evidenziando che "i messaggi inviati al marito adombrano chiaramente una condotta di violenza privata ai danni del marito di [...] e denotano la conferma solare della violenza morale attuata nei confronti della donna''.
Nessun commento:
Posta un commento