giovedì 23 aprile 2009

L'ignoranza non ha limiti. In malattia e un lavoratore va in moto.

Proprio senza limiti l'ignoranza e la strafottenza di certa gente...
Infatti un lavoratore rimasto a casa per malattia pretendeva di concedersi di fare un giro ... pure in motocicletta.... Ora la Corte di Cassazione con la sentenza n. 9474/09 ha sancito un principio e cioè che l'utilizzo della propria moto denota (giustamente) scarsa attenzione alla propria salute e ai relativi doveri di cura ritardandone la guarigione.
Ed è sulla scorta di tale principio la Corte che ha accolto il ricorso di una clinica privata che si era opposta alla reintegrazione nel lavoro di un dipendente che era stato sorpreso, durante un'assenza per malattia, a recarsi al mare con la sua moto.
In quel giorno tra l'altro il lavoratore, dopo essersi fatto il bagno al mare, aveva raggiunto un'altra azienda in cui svolgeva una seconda attività in qualità di direttore sanitario.
I giudici della Corte non hanno contestato il fatto che il lavoratore svolgesse un secondo lavoro, avendo rilevato che il suo primo impiego era comunque in part-time piuttosto ha rilevato che il lavoratore nonostante la sua malattia (artrosi all'anca) si fosse messo alla guida di una moto di grossa cilindrata prima per andare in spiaggia e poi per recarsi alla seconda attività lavorativa.
Secondo la Cassazione il lavoratore ha mostrato scarsa attenzione alla propria salute e ciò è dimostrazione del fatto che lo stato di malattia non era assoluto e non impediva comunque l'espletamento di una attività ludica o lavorativa. In precedenza la corte d'appello aveva revocato il licenziamento del medico sostenendo che l'aver guidato una moto e l'essersi recato al mare per fare i bagni, non erano attività in contrasto con gli obblighi di cure e riposo in modo da compromettere ulteriormente la guarigione. Contro tale decisione è stata la Clinica a rivolgersi alla Suprema Corte evidenziando che l'uso della motocicletta durante la malattia per andare al mare non era certo atteggiamento propriamente tipico di un malato.
Accogliendo il ricorso la Corte ha ricordato che "l'espletamento di altra attività lavorativa ed extralavorativa da parte del lavoratore durante lo stato di malattia è idonea a violare i doveri contrattuali di correttezza e buonafede nell'adempimento dell'obbligazione, posto che il fatto di guidare una moto di grossa cilindrata, di recarsi in spiaggia e di prestare una seconda attività lavorativa sono indici di una scarsa attenzione ai doveri di cura e ritardano la guarigione".
Sarà ora la Corte d'Appello di Napoli a dover riesaminare il caso.
Ringrazio l'autore Roberto Cataldi.

6 commenti:

Viviana ha detto...

Buona sera Luciano, troppa gente se ne aprofitta, sono daccordo con il licenziamento del "finto" malato.
buona vita, Viviana

Luciano ha detto...

Vorrei darTi un premio per essere sempre la prima a commentare i post di questo blog.
Ora ci penserò....

Viviana ha detto...

Non merito nessun premio, e solo un caso.

Pupottina ha detto...

assurdo! più che ignoranza ... se è malattia deve almeno stare chiuso in casa...


buon weekend

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Gianna ha detto...

Non esiste proprio un simile comportamento...

roxana ha detto...

HOLA!!!!! VINE A VISITARTE! UN ABRAZO Y BUEN FIN DE SEMANA!!!!!!!!!CHAO!